martedì 28 ottobre 2008

LA PRINCIPALE IMPOSTA PERSONALE PROGRESSIVA IN ITALIA

L’IRE è un’imposta sul reddito, è un’imposta generale, personale, progressiva e annuale; ha come presupposto il possesso di redditi in natura e in denaro (Redditi fondiari, d’impresa, di lavoro autonomo, di capitale, redditi diversi, redditi di lavoro dipendente). È l’imposta sul reddito che più si presta a realizzare il principio dell’efficienza e dell’equità: efficienza perché il reddito nazionale di un paese si risolve nella somma dei redditi di tutti i cittadini e quindi, colpendo il reddito personale si colpisce la misura più rappresentativa della capacità contributiva; equità perché, con la possibilità di variare le aliquote a seconda del reddito, si può facilmente obbedire all’indicazione della Costituzione “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività” (art.53 Costituzione).

L’imposta sul reddito occupa un ruolo centrale nei sistemi tributari di tutte le economie avanzate sia per la quota di gettito sul totale delle entrate sia per il suo impatto sulla redistribuzione del reddito.

Nasce e si sviluppa nella seconda parte del XIX secolo nei più importanti paesi europei, Francia e Germania, e nord americani, USA, dove affianca e gradualmente sostituisce i sistemi di imposizione reale che colpivano separatamente i vari cespiti (lavoro, capitale, terra).

In Italia l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è stata introdotta nel 1974, con il DPR 597 del 29/09/1973, quando paesi come la Francia, la Germania e gli Stati Uniti l’avevano adottata da decenni e discutevano da tempo sulle sue difficoltà applicative. Prevedeva aliquote progressive molto accentuate, inizialmente accompagnate da un numero elevato di scaglioni (33), in cui l’aliquota minima era il 10% e la massima l’82%.

La tassazione avviene applicando alla base imponibile il sistema della progressività per scaglioni, aliquote crescenti per scaglioni di reddito e applicazione di detrazioni e deduzioni d’imposta.

La determinazione della scala delle aliquote è una scelta di politica economica. Se il legislatore considera prioritario l’obiettivo della redistribuzione, l’imposta è congegnata in modo tale che le aliquote aumentino, anche se di poco, a ogni piccolo incremento del reddito, con un notevole divario tra l’aliquota minima e quella massima.

Se invece si intende privilegiare l’obiettivo della crescita economica la progressività è meno accentuata, le aliquote aumentano solo in corrispondenza di consistenti variazioni di reddito e il differenziale tra aliquota massima e minima è attenuato. Se invece si intende privilegiare l’obiettivo della crescita economica la progressività è meno accentuata, le aliquote aumentano solo in corrispondenza di consistenti variazioni di reddito e il differenziale tra aliquota massima e minima è attenuato.

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