Con l’entrata in vigore della riforma del TFR è cambiato il metodo di contabilizzazione del fondo Trattamento Fine Rapporto.
Per quanto riguarda le imprese con almeno 50 dipendenti (o le imprese con meno di 50 dipendenti che abbiano deciso di non lasciare il TFR in azienda), il Trattamento di Fine Rapporto deve essere inserito in bilancio tra i debiti a breve termine.
Infatti, con l'ultima riforma le imprese dovranno obbligatoriamente contabilizzare mensilmente il TFR maturato e versarlo ai fondi di previdenza complementare o al fondo di tesoreria istituito presso l’INPS.
Quindi, mentre nel conto economico del bilancio il costo continuerà ad essere imputato alla voce “B9c”, nel passivo dello stato patrimoniale, la voce “C” (Trattamento di Fine Rapporto) non sarà più interessata dagli accantonamenti, ma sarà movimentato solo per effetto delle rivalutazioni annuali e/o dei pagamenti del TFR ai dipendenti.
Gli accantonamenti mensili, da versare ai fondi di previdenza o al fondo di tesoreria istituito presso l’INPS, saranno registrati tra i debiti a breve termine (voce “D13 bilancio).
Il debito sarà annullato nel momento di effettuazione del versamento. Inoltre, l’art. 2 del decreto del 30/01/2007 prevede che il datore di lavoro deve anticipare al dipendente il TFR e recuperare l'importo anticipato dai versamenti dovuti.
Per quanto riguarda le imprese con almeno 50 dipendenti (o le imprese con meno di 50 dipendenti che abbiano deciso di non lasciare il TFR in azienda), il Trattamento di Fine Rapporto deve essere inserito in bilancio tra i debiti a breve termine.
Infatti, con l'ultima riforma le imprese dovranno obbligatoriamente contabilizzare mensilmente il TFR maturato e versarlo ai fondi di previdenza complementare o al fondo di tesoreria istituito presso l’INPS.
Quindi, mentre nel conto economico del bilancio il costo continuerà ad essere imputato alla voce “B9c”, nel passivo dello stato patrimoniale, la voce “C” (Trattamento di Fine Rapporto) non sarà più interessata dagli accantonamenti, ma sarà movimentato solo per effetto delle rivalutazioni annuali e/o dei pagamenti del TFR ai dipendenti.
Gli accantonamenti mensili, da versare ai fondi di previdenza o al fondo di tesoreria istituito presso l’INPS, saranno registrati tra i debiti a breve termine (voce “D13 bilancio).
Il debito sarà annullato nel momento di effettuazione del versamento. Inoltre, l’art. 2 del decreto del 30/01/2007 prevede che il datore di lavoro deve anticipare al dipendente il TFR e recuperare l'importo anticipato dai versamenti dovuti.
2 commenti:
Una domanda da un non esperto: quali sono gli effetti di una condotta simile a quella descritta in basso adottata da un'azienda con più di 50 dipendenti?
- Iscrizione degli accantonamenti trasferiti all'INPS al Fondo TFR (così come in passato)
- Compensazione dell'uscita di denaro con l'accensione di un credito verso l'INPS
In questo caso, se non vado errato, si avrebbe una sopravvalutazione dello stato patrimoniale. Questo cosa comporta?
Non ho ben capito il quesito. Comunque l'aumento dell'attivo dello Stato Patrimoniale è compensato dall'uscita di denaro dalla cassa o dalla banca.
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